Raccolta (1973)
La stagione per morire
La stagione per morire è la primavera,
puoi veder nei campi i fiori, la cosa più bella
ed aspetti tutto l'anno questo bel momento
e per quattro fiori credi che valga la pena.
Alzarsi ogni giorno, guardarsi allo specchio,
scoprire che sei solo un riflesso,
scoprire che sei solo un riflesso,
scoprire che sei solo un riflesso.
Cara mio guardare i fiori a stomaco vuoto,
è brutto sai non resta che lo stomaco vuoto
e non ho concluso niente in tutta la vita,
lo so hai ragione è un altro discorso,
Del resto serve a poco, stasera poi che importa,
io voglio parlare lo stesso,
io voglio parlare lo stesso,
io voglio parlare lo stesso.
Ci fosse almeno l'amore, no neanche quello,
vieni qui ti prego e dimmi dimmi una cosa,
che cazzo ci sto a fare qui io che ci sto a fare,
dai vestiti su vestiti, ti porto a ballare.
Che poi non è vero
Vedo per strada quella solita gente
che ogni giorno mi schiaccia mi annulla
gente che in fondo è buona e sincera
sì, buona e sincera
Che poi non è vero.
Penso al lavoro, a tutto il tempo passato
ora ho almeno in tasca qualcosa
non sarà molto, ma è denaro sudato,
son soldi puliti.
Che poi non è vero.
Torno a casa, lento salgo le scale
s'apre la porta, un caldo sorriso
è la mia donna che ormai da sempre
mi rende felice
Che poi non è vero.
E finalmente lui, che mi corre incontro
con gli occhi che ridono.
E lo prendo sulle ginocchia, così piccolo
ed è l'unica risposta a tutti i miei perchè
e ti pare niente avere lui,
può crollare il mondo, io ho lui, ho lui.
Che poi non è vero.
Mi piacerebbe diventar vecchio insieme a te
Mi piacerebbe tanto diventar vecchio
insieme a te, davanti ad un camino,
immagina noi due, star li a ricordare
i bei giorni trascorsi e i problemi
di oggi, le nostre prime volte, il
primo schiaffo.
Mi piacerebbe tanto guardar la pioggia
insieme a te e ti sorriderei,
ti ascolterei in silenzio, la voce
ormai pacata di chi sa troppo bene
che non si torna indietro e che poi
non importa forse è contento.
Poi parleremmo del tempo, delle
belle stagioni, dei fiori in giardino
di una torta di mele.
Noi e le nostre paure, i pensieri
nascosti, le ombre sui muri
e la vita che sfuma e la vita
che sfuma.
Mi piacerebbe tanto mangiare in
pace li con te e come due bambini
sorprenderci a giocare e prender
lo sciroppo per curare più
in fretta i malanni del tempo,
per vivere ancora, sarebbe bello.
E ce ne andremmo a letto un po'
traballanti io te, ma ti sorreggerei,
ti coprirei per bene e guarderei il
tuo viso per scoprir se ti ho dato una
vita felice, poi prima di dormire
una carezza.
E dietro ogni finestra il
respiro del vento, le foglie contente
giocare nel cortile.
Tutta la casa protetta da una
notte amica che ti fa sognare
e ti porta lontano e ti porta
lontano.
Venderò
Venderò le mie scarpe per poter camminar meglio,
venderò anche i vestiti per poi dire: "Son più elegante",
venderò certo mia moglie per potere amare ancora.
Venderò tutti i sogni miei per avere qualcosa anch'io,
venderò le mie valigie per potere di nuovo andare,
venderò le cose belle per pensare di non averle viste.
Venderò le mie impressioni per vedere le cose grige,
venderò poi i pensieri per sentire che son svuotato,
venderò anche me stesso per pensare che non esisto.
Venderò tutti i sogni miei per avere qualcosa anch'io,
venderò le mie valigie per potere di nuovo andare,
venderò le cose belle per pensare di non averle viste.
Comprerò una rivoltella per sparare all'all'altra gente
che mi ha reso così solo.
Ti porterò via
Non possiamo più restare qui se ci trovano
stavolta c'ammazzano e ormai tutti quanti
ce lo leggono in faccia che noi siamo felici,
lo avran riferito e verranno a cercarci lo sento, lo sento.
Se soltanto si potesse dir che non c'e mai stato
niente fra me e te, ma non servirà a niente
con i loro strumenti non potranno sbagliare,
scopriranno che ormai qualcosa è dentro di noi
è tardi è tardi.
Guarda là fuori ci stanno aspettando e
voglion veder com'è la faccia di due che
sono riusciti ad amar, non c'è che rabbia
nei loro sorrisi è sempre cosi.
E' accaduto quando han visto che preferivo
al mio lavoro restar con te, non rendevo
abbastanza lo capivano tutti che io stavo
cambiando, si trattava dicevo solamente d'affetto
ma niente ma niente.
Non ci siamo accontentati più di trascorrere le
giornate in regola, piano piano col tempo oltre
a fare l'amore ci siam messi a parlare
poi i primi sospiri le carezze diverse
ed ora è tardi.
Vieni ti porterò via lontano, lontano da qui dove
è diverso, non c'è che il respiro del vento e poi, bello
sarà tutto bello, pulito davvero lo so. Non dovrai
più sognare dimenticherai le paure e potrai
ballare in mezzo ai fiori libera con me
ed io, io trascorrerò le mie giornate a guardarti
ad essere felice perchè tu lo sei e insieme parleremo
alle foglie alla neve d'estate.
Un Mattino
Ti alzi dal letto e ancora sei stanco,
alla finestra ti accorgi che è giorno
piove e il mattino ti sembra più bello
metti i vestiti e decidi di uscire,
scendi le scale e già sei pentito
poi sul portone ti fermi a guardare
case e persone bagnate e scontente
son li davanti son sempre le stesse,
sali pian piano parlando da solo
forse per dare a te stesso una scusa
torni a letto sperando che il sonno
venga di nuovo a renderti morto,
senti che in testa hai mille pensieri.
Non puoi dormire e ti perdi nei sogni
dietro alle ombre di strane avventure
come un drogato che scappa dal mondo
per non portar la realtà sulle spalle,
piangi e intanto sei come un bambino
grande e sbagliato ma sempre un bambino,
cerchi nel buio e in fondo ti piace
di ricordare per farti piu male
squallide cose che il tempo ti ha dato
forse per farti capir che sei uomo,
che la natura ti spinge da dentro
e che non cambi neanche a volerlo,
poi per gli illusi c è l'introspezione.
Caro amico
Caro amico guarda come son ridotto
non ho niente neppure un sogno.
Caro amico dimmi cosa devo fare
non ho gli anni per ricominciare
e non ho la voglia e non ho la voglia per finire.
Caro amico sai cosa son vent'anni
troppo pochi per poter capire,
caro amico giuro che darei la vita
per tornare a quei giorni belli
quando ancora uscivo
quando ancora uscivo con Maria.
Ricordi dicevo che per me sarebbe stato diverso
quanti bei sogni assurdi quante giornate senza far niente
ed ora eccomi qui, ed ora eccomi qui, ed ora eccomi qui
a far la vita di chi è morto.
Caro amico sai l'ho fatto per star meglio
credevo di risolvere tutto,
caro amico forse è stata una donna
quella strada poi è fatta così
non si può uscire, non si può uscire per incanto.
Caro amico anche se è primavera
per me non ci son fiori nei campi,
caro amico sento freddo e son vestito,
quest'inverno forse nudo sarò
perché ogni giorno, perché ogni giorno cado un poco.
Ricordi dicevo che per me sarebbe stato diverso
quanti bei sogni assurdi quante giornate senza far niente
ed ora eccomi qui, ed ora eccomi qui, ed ora eccomi qui
a far la vita di chi è morto.
Caro amico, guarda come son ridotto.
Al mercato degli uomini piccoli
Ti erano rimasti solo pochi soldi
quel giorno di settembre, andando a far la spesa.
Lì su quel bancone costavo solamente i soldi che tu avevi.
ti vidi un po' indecisa.
E non ero niente
E non ero niente.
Poi me lo ricordo, non mi sembrava vero,
mi stavano incartando, mi avevi comperato.
Dentro la tua borsa già mi portavi via
e solo dopo poco io ero a casa tua.
E non ero niente
Da sempre ero lì
Da sempre ero lì
Col mio solito numero incollato sulla fronte
col valore modesto di chi è soltanto poco nella vita
Da sempre ero lì
Da sempre ero lì
Come tanti aspettavo che qualcosa accadesse,
come tanti io volevo una donna che si accontentasse di me
E se non ti ho delusa allora son contento,
vuol dir che non mi hai visto con gli occhi della gente.
E non ho scordato quel giorno di settembre
Quel lurido bancone e i tuoi occhi splendenti
E non ero niente
E non ero niente
Da sempre ero lì
Da sempre ero lì
Col mio solito numero incollato sulla fronte
col valore modesto di chi è soltanto poco nella vita
Da sempre ero lì
Da sempre ero lì
Come tanti aspettavo che qualcosa accadesse,
come tanti io volevo una donna che si accontentasse di me
Ehi! Signore
Ehi! signore venga, s'avvicini ho
di tutto, compri un giornale, un
libro, una rivista, le serviranno
per passare meglio il tempo.
Senti vecchia strega vuoi dirmi
perché mai dovrei legger per passare
meglio il tempo, vorresti dire che
cosi non son felice!
lo non ho bisogno, non mi serve
proprio niente, cosa credi io sto bene
ho proprio tutto, figurati che ho persino, io l'amore.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Dammi, vecchia! quello laggiù in
fondo, quello con la copertina gialla,
la scritta nera, sarà un romanzo,
dimmi, o un libro di poesie.
Testi e musica: Mauro Pelosi
Arrangiamenti e direzione: Detto Mariano e Pinuccio Pirazzoli
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